I mercati finanziari globali si muovono con estrema cautela in un clima di forte incertezza. La confusione sul futuro della Federal Reserve americana e i timori sui dazi di Donald Trump frenano gli investitori.
Gli operatori attendono con attenzione i risultati trimestrali del colosso taiwanese dei chip Tsmc e di Netflix, che usciranno nel corso della giornata. In Asia la maggior parte dei listini oscilla tra stabilità e cali moderati.
Trump smentisce il licenziamento di Powell
L'indice del dollaro rimane fragile ma si è stabilizzato dopo le turbolenze di ieri. I future europei balzano in avanti dopo la chiusura debole di mercoledì, mentre quelli di Wall Street sono negativi.
I tre indici di New York hanno chiuso in rialzo grazie al dietrofront di Trump su Jerome Powell. Il presidente americano ha smentito le voci secondo cui avrebbe intenzione di licenziare il presidente della Fed.
I mercati reagiscono alle dichiarazioni
Gli indici erano crollati fino all'1,1% ieri mattina dopo le indiscrezioni sul possibile licenziamento di Powell. I rendimenti dei Treasury erano aumentati e il dollaro era calato dello 0,9%.
Trump ha poi corretto il tiro parlando ai giornalisti alla Casa Bianca. "È altamente improbabile che licenzierò il presidente della Fed", ha dichiarato il presidente americano.
La porta rimane aperta per frode
"Non abbiamo intenzione di fare nulla, non escludo nulla, ma penso che sia altamente improbabile", ha aggiunto Trump. "A meno che non debba andarsene per frode", riferendosi alle polemiche sui costi della ristrutturazione da 2,5 miliardi di dollari della sede Fed.
Dopo queste parole sui mercati è tornata un po' di calma. Il presidente ha però lasciato la porta aperta al licenziamento per frode e ha rinnovato le critiche a Powell per non aver abbassato i tassi.
Gli esperti prevedono stabilità
"Credo che l'esito più probabile sia che Powell rimanga in carica fino alla fine del suo mandato l'anno prossimo", ha commentato Carlos Casanova, economista senior di Ubp. "Detto questo, la volatilità del dollaro continuerà per via del rumore politico".
Ieri hanno mosso i mercati anche un'inflazione alla produzione americana migliore del previsto e i dati delle grandi banche. Bank of America, Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno registrato forti oscillazioni nei titoli nonostante utili superiori alle attese.
Tensioni commerciali al centro dell'attenzione
Le tensioni commerciali rimangono sotto i riflettori mentre i funzionari dell'Unione Europea sono tornati a Washington per rilanciare i negoziati. Trump ha dichiarato ieri sera che gli Stati Uniti comunicheranno presto ai partner commerciali minori imposte superiori al 10%.
In Canada il premier Mark Carney ha affermato che il suo Paese potrebbe non sfuggire ai dazi americani nemmeno con un accordo bilaterale. Gli operatori scommettono che la Fed inizierà a tagliare i tassi a settembre.
L'impatto dell'inflazione ancora da valutare
"Finora non abbiamo ancora assistito a una trasmissione decisa e significativa dei dazi sui dati relativi all'inflazione", ha affermato Vas Gkionakis, economista senior di Aviva Investor. "È probabile che ciò accada, ma dovremo aspettare per capirne i tempi e la portata".
I mercati mantengono la scommessa di due riduzioni dei tassi quest'anno. L'attenzione rimane alta sui prossimi sviluppi della politica monetaria americana e sulle decisioni commerciali di Trump.
Fonte AGI (www.agi.it)
Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.